Come molti di voi sapranno,
durante le Feste natalizie si compie uno dei crimini più riprovevoli che la
mentalità consumistica ha ingenerato nelle abitudini italiche, quello dello
spreco di cibo. Infatti, circa il 30% del cibo che cuciniamo durante il periodo
del Natale finisce nel bidone dei rifiuti e questo, oltre che un inutile e
dannoso spreco, è anche un vero e proprio pugno in faccia verso chi – e sono in
costante aumento – non può permettersi praticamente nulla. Ritornare ad uno
stile di vita più frugale e genuino non deve essere solo frutto di un
adattamento momentaneo alla crisi inventata dai potentati economici ma, un vero
e proprio modo di vivere. Pensate alla risolutezza e alla “statura” morale dei
nostri nonni ad esempio che con il sudore e la fame hanno costruito un Paese
che sempre più, anche a tavola, sta perdendo la bussola. E’ per questo che
tenteremo, tra il serio e il gioco, di proporvi un modo divertente, etico e
gustoso, per riciclare gli avanzi delle Feste.
Partiamo con gli avanzi del
pesce della vigilia, chi di voi non ha un pezzo di pesce al forno o in umido
che non è stato mangiato? Bene, deliscatelo e pulitelo e passatelo nel mixer
con un goccio di latte se serve, lessate una patata del peso equivalente a
quello del pesce e passatela allo schiacciapatate. Unite il composto di pesce
alla patata e formate una massa uniforme alla quale, a vostro gusto potete
aggiungere delle erbette fresche tritate (prezzemolo, menta, timo etc.).
Rompete un uovo, sbattetelo e prendete della farina di mais gialla (quella
della polenta), fate delle palline della misura di quelle del bigliardino e
passatele prima nell’uovo sbattuto e poi nella farina di mais compattandole
bene. Prendete un padellino stretto e alto con dell’olio di semi a temperatura
molto alta e friggetele…sono fantastiche!
Ma se non vi piacciono i fritti
e volete buttarvi su un primo piatto, prendete il pesce avanzato (magari vi è
rimasta anche dell’insalata di mare o dei moscardini) e dopo averlo fatto
rosolare in una padella con dell’aglio e del peperoncino unite delle spezie a
piacere (origano, semi di finocchio, salvia) e dei capperi sotto sale ben
lavati e delle olive nere. Finite aggiungendo del pomodoro (quello che avete,
pelati, passato, polpa o fresco) e una sfumatura di vino bianco. Aggiustate di
sale e unitelo a dei bei spaghetti misura 5 o bucatini.
Se invece dalla giornata di
Natale è la carne ad esservi avanzata, nessun problema. Riproporrete un piatto
tipico della tradizione siciliana chiamato “la minestra di S. Stefano”, proprio
perché si cucina il giorno successivo al Natale con ciò che è avanzato. Fate
del brodo oppure utilizzate quello che avete (di carne o vegetale non importa,
basta che non sia quello fatto con i dadi!). Prendete della carne avanzata e
disossatela e tagliatela a pezzettini piccoli e sottili e immergetela nel
brodo. Potrete utilizzare sia agnello che maiale o manzo quello che volete,
basta che non siano carni al sugo di pomodoro. E volete dirmi che non vi è
avanzata della verdura cotta? Certo che ce l’avete infatti, non mancano mai
broccoletti, cicoria, verza o bieta nel nostro frigo post natalizio e allora
prendetene un po’ e tagliatela al coltello anch’essa e immergetela nel brodo
insieme alla carne. Ora basta solo accendere il fuoco e calare una quantità
modica di pasta per brodo e il gioco è fatto, aggiustare di sale e servire
questa minestra sostanziosa ricca di storia e in linea con la tradizione.
Uno dei crimini gastronomici più
odiosi è quello di buttare il pane. Di sicuro nelle vostre case sarà avanzato
qualche bel pezzo di pane, magari un Lariano, un Cori, un Genzano o comunque un
pane a legna e vi siete stufati di riciclarlo facendo polpette o polpettoni. In
soccorso arriva la tradizione gastronomica toscana con una ricetta adatta al
periodo e nata proprio per il riutilizzo del cibo avanzato, “la ribollita”. Mettete
a bagno il giorno prima dei fagioli (se ne avete aggiungete a vostro piacere
ceci, cicerchie o lenticchie), e fateli cuocere dopo l’ammollo per circa un’ora
avendo cura di non gettare l’acqua di cottura. In un tegame capiente, mettete a
rosolare in olio del sedano, carota, cipolla tutto bel tritato. Aggiungete
delle verdure avanzate come verza, cavolo, bieta oppure cicoria, broccoletti
finemente tagliate anch’esse e fatele cuocere a fuoco lento inondandole con l’acqua
di cottura del fagioli. Una volta che le verdure sono cotte, passate con un
mixer ad immersione circa un terzo del contenuto facendone una crema e facendo
lo stesso con un terzo dei fagioli in un tegame a parte. Una volta fatto questo
unite i due composti avendo cura una volta uniti di aggiungere del rosmarino e
del timo per insaporire. Prendete delle belle fette di pane raffermo e
tagliatele a cubetti e immergetele nel tegame insieme al resto avendo cura
sempre di aggiungere ulteriore acqua dei fagioli o del brodo. Sale e pepe
quanto basta e portate tutto in tavola ben caldo. Si chiama “ribollita” poiché si
poteva far ribollire ogni volta e diventava sempre più buona.
Speriamo di avervi dato qualche
buona indicazione e ricordate, questo del riciclo del cibo è un comportamento
realmente rivoluzionario poiché si oppone ai tentativi di instillare nelle
nostre abitudini assurde teorie consumistiche che stanno rovinando il nostro
Paese. La ribellione inizia dalla tavola, Buone Feste!
Emanuele Campilongo
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